Il poker live ancora protagonista a Enada Rimini. Il presidente della FIGP, Isidoro Alampi, ha fatto il punto della situazione, delineando il futuro piano d'azione della federazione stessa. Domenico Tresa (IR): “Fare chiarezza quanto prima”.
Il poker live ancora protagonista a Enada Rimini. Il presidente della FIGP, Isidoro Alampi, ha fatto il punto della situazione, delineando il futuro piano d'azione della federazione stessa. Domenico Tresa (IR): “Fare chiarezza quanto prima”.
Il poker live ancora protagonista a Enada Rimini. Il presidente della FIGP, Isidoro Alampi, ha fatto il punto della situazione, delineando il futuro piano d'azione della federazione stessa. Domenico Tresa (IR): “Fare chiarezza quanto prima”.
Uscire dal 'ghetto' degli addetti ai lavori e parlare apertamente all'opinione pubblica. Questa, in estrema sintesi, la ricetta proposta dal presidente della Federazione Italiana Gioco Poker, Isidoro Alampi, per permettere al poker live di fare il suo effettivo e legale ritorno sul palcoscenico nazionale. Alampi è intervenuto a un convegno che si è tenuto a Enada Rimini, la fiera del gioco internazionale che si tiene ormai ogni anno in primavera.
Secondo Alampi, allo stato attuale delle cose, è diventato perfettamente inutile continuare a fare convegni ai quali partecipano soltanto gli addetti ai lavori e gli interessati. Il presidente della FIGP ha definito questa “un'abitudine stucchevole e fine a sé stessa”, dal momento che l'unico modo per fare davvero qualche passo avanti è quello di convincere l'opinione pubblica che un torneo di Texas Hold'em non è da considerarsi gioco d'azzardo.
D'altra parte Alampi ha ricordato come l'International Mind Sports Association, organismo internazionale che raccoglie i cosiddetti giochi della mente, abbia riconosciuto al poker, tre anni fa, proprio tale status. Poker come scacchi e bridge dunque: giochi di abilità, dove tecnica, capacità di calcolo e di improvvisazione hanno un ruolo più determinante di quanto non ne abbia la mera fortuna.
Il presidente della FIGP non ha mancato di sottolineare il controsenso che da un punto di vista normativo ha portato a una legge che tecnicamente vieta lo svolgimento dei tornei di poker al di fuori dal casinò, mentre da un punto di vista per così dire legale, sotto forma delle numerose sentenze a favore dei circoli (anche da parte della Cassazione), continua a stabilire che i circoli di poker non sono perseguibili penalmente.
La ricetta per superare questa impasse è quella di formare l'opinione pubblica, spesso traviata dai media generalisti. Per questo motivo, ha spiegato Alampi, la Federazione Italiana Gioco Poker ha deciso di rivolgersi ad un'agenzia di stampa specializzata, dando vita a un progetto informativo che ha come obiettivo proprio quello di veicolare l'immagine sportiva del poker a livello di opinione pubblica.
A Enada Rimini è intervenuto anche Domenico Tresa, il presidente di Italian Rounders. Tresa ha ricordato come dal 2006 al 2011 il movimento del poker live in Italia abbia subito parecchi scossoni: da un boom che ha visto l'apertura di decine e decine di circoli, fino allo stop imposto dal 2009, che però non ha completamente bloccato le attività, per arrivare al regime delle concessioni stabilito due anni fa. Tuttavia, secondo Tresa la colpa di questa impasse è anche dei circoli e delle associazioni stesse, che spesso fanno di testa propria, invece di unirsi e di far valere un'unica voce condivisa.