Ancora una volta la stampa italiana attacca, più o meno direttamente, il settore dei giochi in Italia, stavolta attraverso un sondaggio quantomeno tendenzioso apparso sull'edizione online del principale quotidiano economico.
Ancora una volta la stampa italiana attacca, più o meno direttamente, il settore dei giochi in Italia, stavolta attraverso un sondaggio quantomeno tendenzioso apparso sull'edizione online del principale quotidiano economico.
Ancora una volta la stampa italiana attacca, più o meno direttamente, il settore dei giochi in Italia, stavolta attraverso un sondaggio quantomeno tendenzioso apparso sull'edizione online del principale quotidiano economico.
Ormai non passa quasi giorno che i media o la politica non si occupino del settore dei giochi. Come troppo spesso abbiamo avuto modo di vedere, quando succede non è mai con cognizione di causa, ma solo per cavalcare il populismo e, in linea di massima, portando teorie, tesi e dati interpretati appositamente per stravolgere quella che è la verità.
Stavolta non siamo qui a riportare un attacco diretto, ma l'ennesimo messaggio forzatamente veicolato secondo cui il gioco è un male da estirpare o, quantomeno, da tartassare come se non ci fosse un domani. Protagonista è l'edizione online del Sole 24 Ore, che un paio di giorni fa ha lanciato un sondaggio nel quale chiedeva ai suoi lettori come “reperire le risorse necesarie per rilanciare gli investimenti in cultura”.
Tra le opzioni è stata esclusa il taglio ai costi della politica (“troppo facile”, ci fa sapere il quotidiano online) e la più votata è risultata l'aumento delle tasse su lotterie e giochi d'azzardo, con il 38,7%. Il giornalista del Sole aggiunge a commento: “ogni anno vengono giocati circa 80 miliardi di euro, denaro sottratto a migliori e più importanti obiettivi di vita”. Come se fosse colpa di chi gioca a poker online, se la scuola italiana fa acqua da tutte le parti.
Sondaggi del genere lasciano il tempo che trovano, è vero, soprattutto quando i risultati sono cooptati in quel modo: le altre opzioni? Dismissione del demanio, aumento delle imposte sulle sigarette, tagli alle pensioni e alla sanità, aumento tassa di soggiorno per turisti; facile che a vincere sia stato l'aumento delle tasse sul settore dei giochi.
Eppure, scorrendo tra i commenti al sondaggio troviamo utenti che non si fanno abbindolare. Ecco i commenti più significativi:
“Tagli a spese improduttive, enti inutili e disorganizzazioni. Incentivi/sanzioni per la produttività pubblica e reale riforma di varie leggi che rallentano lo stato in maniera insopportabile, omogenizzazione dei diritti e doveri dal nord al sud e recuperiamo in fretta oltre 100 miliardi/anno ma direi che se il tutto è ben fatto anche molto di più. Questo è il prezzo della viziosità dei nostri statisti e dei lòoro fidi cancellieri che hanno scambiato l'italia per un lagher e sono disposti a mantenere i loro vizi a scapito di sanità, previdenza, istruzione, sicurezza, lavoro, giustizia e sostenibilità generale del sistema.”
“Anche l'aumento delle tasse su lotterie e giochi d'azzardo mi sembra troppo facile. Mi sembra piuttosto che si debba metter mano all'intera struttura dell'istruzione pubblica, come già suggerito dal prof. Ichino in svariate occasioni. Per esempio con l'introduzione anche in Italia delle “charter schools” ed, in genere, con un più ampio coinvolgimento del settore privato.”