Poker live Italia, parola d’ordine: abbassare il buy-in

Negli ultimi tempi, la tendenza degli organizzatori dei tornei di poker live in Italia è quella di offrire tornei dal buy-in contenuto. Anche il Mini IPT si adegua al trend, abbattendo il costo d'iscrizione da 400 a soli 200 euro.

Negli ultimi tempi, la tendenza degli organizzatori dei tornei di poker live in Italia è quella di offrire tornei dal buy-in contenuto. Anche il Mini IPT si adegua al trend, abbattendo il costo d'iscrizione da 400 a soli 200 euro.

 

Quando il poker è entrato prepotentemente nelle case degli italiani, all'epoca del boom delle sale da gioco virtuali, sono cominciati a nascere anche vari circuiti che organizzavano, e organizzano tutt'ora, tornei live nei quattro casinò italiani – e non solo. Chi segue da tempo questa disciplina ricorderà sicuramente come a quei tempi i buy-in fossero, molto spesso, se non proibitivi quantomeno impegnativi da sopportare.

Ultimamente, tuttavia, è iniziata una tendenza al ribasso: i buy-in, piano piano, si stanno livellando su quote molto più popolari e non a caso gli eventi di maggiore successo sono quelli che prevedono un costo d'ingresso non troppo alto, pur non rinunciando a una struttura giocabile. Il caso dell'Italian Poker Open, ad esempio, è lampante: 550 franchi svizzeri, ottima struttura e ormai da diverse edizioni circa 1.000 iscritti.Il Casinò di Sanremo ospiterà il Mini IPT

L'ultimo torneo a rivedere verso il basso il proprio buy-in è stato il Mini Italian Poker Tour, che in occasione del Grand Final della quarta stagione costerà soltanto 200 euro, la metà di quanto eravamo abituati a vedere. Stessa struttura, con stack di partenza da 20.000 chip e livelli dei bui da 60 minuti nel Day 1 e 75 dal Day 2 in avanti.

E non è tutto. Mutuando l'idea dell'Accumulator, torneo già visto alle World Series of Poker Asia-Pacific (WSOP APAC), il Mini IPT (27 aprile – 1 maggio) permetterà ai giocatori di iscriversi a più di un Day 1 (ce ne saranno tre) e di arrivare al Day 2 sommando tutti gli stack eventualmente accumulati alla fine di ciascuna giornata.

Le motivazioni di questi cambiamenti sono molteplici. In primis, ovviamente, la crisi economica che l'Italia e gli italiani stanno affrontando e che naturalmente riduce i consumi. Poi l'oggettivo e inevitabile sgonfiarsi del boom del poker, che negli anni ha perso per strada una parte di quei giocatori che si era avvicinato a questo gioco senza un'efficace gestione del bankroll. E poi, ultimo ma non ultimo, c'è un discorso di concorrenza: se un torneo come l'IPO offre un buy-in contenuto e un montepremi garantito da 1 milione di euro (come succederà per IPO 10 Special Edition di fine aprile), chiaramente gli altri circuiti si devono adeguare.

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