Interessante intervista rilasciata ad Agimeg da parte di Cristiano Blanco, protagonista della vicenda che lo ha visto agire a vie legali contro l’operazione “All-in” dell’Agenzia delle Entrate e che sembra avergli dato ragione.
Interessante intervista rilasciata ad Agimeg da parte di Cristiano Blanco, protagonista della vicenda che lo ha visto agire a vie legali contro l’operazione “All-in” dell’Agenzia delle Entrate e che sembra avergli dato ragione.
Interessante intervista rilasciata ad Agimeg da parte di Cristiano Blanco, protagonista della vicenda che lo ha visto agire a vie legali contro l’operazione “All-in” dell’Agenzia delle Entrate e che sembra avergli dato ragione.
La Commissione Europea si è espressa a favore dei giocatori che come Crisitano Blanco hanno riportato vincite nei casinò di paesi della Unione Europea. Blanco ottenne il secondo posto all’EPT Dortmund nel 2007 per €380.000 di introito. A distanza di tantissimo tempo gli fu notificato un accertamento del fisco con la pretesa di imposte non pagate e relativi interessi per oltre €550.000. Somma ben superiore alla vincita di Cristiano all’EPT.
Cristiano si è quindi rivolto Commissione Tributaria Provinciale di Roma che, dopo aver constatato come la normativa italiana in materia risultasse discriminatoria e non in linea con i principi della comunità europea ha rimandato il verdetto alla Commissione Europea, che nei giorni scorsi si è espressa in favore dei giocatori di poker.
Cristiano racconta la sua storia e i suoi faccia a faccia con i funzionari dell’AdE, tutt’altro che disponibili al confronto ed al dialogo. “Ci sono una serie di principi che fanno nascere perplessità. Perché se giochi in un casinò italiano saresti tutelato, mentre in Germania viene fuori il pericolo della ludopatia? Credo poi che un cittadino dovrebbe pagare le tasse in base alle proprie capacità contributive, a me e ad altri giocatori sono stati chiesti tributi al di fuori della nostra portata. Mi lascia perplesso che quello che sembra così palese a me e alla Commissione Europea non sia chiaro all’Agenzia delle Entrate. Sembra che in questo periodo l’obiettivo di “far cassa” abbia le precedenza su tutto. Altri giocatori di fronte alla richiesta di 5-10 mila euro hanno deciso di pagare, pur essendo convinti delle proprie ragioni. I pesci piccoli, usando un termine del poker, sono finiti nella rete dell’Agenzia delle Entrate, i pesci grossi si sono ribellati pagando gli avvocati e facendo valere i propri diritti. Il tesoretto in qualche modo è stato creato. E poi mi ha sempre lasciato perplesso il fatto che a un funzionario vengono dati bonus non in base alle tasse evase e recuperate, ma in base agli accertamenti”.
Anche a seguito di questa vicenda Cristiano si è trasferito a vivere a Londra, dove ha trovato lavoro, cosa che qui in Italia sembrava impossibile a fronte delle sua costante ricerca durata anni e molteplici curriculum vitae inviati. In Inghilterra gli sono bastati 10 contatti che gli hanno fruttato 3 colloqui e due offerte di lavoro. In Inghilterra, inoltre, le vincite del gioco d’azzardo non sono oggetto di tassazione.