A distanza di qualche ora dal duro attacco di Erion Islamay a PokerStars, per la mancata partecipazione come coach a ‘La casa degli Assi’, arriva la piccata replica di Barbara Beltrami, Country Manager della poker room più grande d’Italia.
A distanza di qualche ora dal duro attacco di Erion Islamay a PokerStars, per la mancata partecipazione come coach a ‘La casa degli Assi’, arriva la piccata replica di Barbara Beltrami, Country Manager della poker room più grande d’Italia.
A distanza di qualche ora dal duro attacco di Erion Islamay a PokerStars, per la mancata partecipazione come coach a ‘La casa degli Assi’, arriva la piccata replica di Barbara Beltrami, Country Manager della poker room più grande d’Italia.
Botta e risposta tra Erion Islamay e Barbara Beltrami. Dopo le parole di fuoco di Erion, passato in pochi giorni da membro del Team Pro PokerStars e coach del reality ‘La casa degli Assi’ a persona poco gradita, arrivano quelle della Country Manager della poker room con la picca. La Beltrami ha affidato la sua replica al social network di Facebook, dove ha apertamente attaccato il poker pro reo, a suo dire, di aver fatto delle scelte profondamente sbagliate.
Ecco, per intero, il post della Beltrami:
“Ok, mi levo per un attimo il cappello da Country Manager di PokerStars, perché la Country Manager di PokerStars in teoria non potrebbe scrivere di sua iniziativa un post su Facebook dando la sua versione di una faccenda che nel giro di poche ore è dilagata e pare stia mettendo sotto sopra tutto il mondo del poker, oltre alla la mia immagine, quella di mio marito, quella dell’azienda per cui lavoro e che apprezzo e rispetto da più di cinque anni.
La Country Manager deve parlare coi legali, decidere il da farsi, astenersi dal dare qualsiasi risposta, così ho sempre fatto, invece questa volta io la mia versione la voglio dare, perché prima di tutto, prima del mio ruolo, viene il fatto che sono una persona, una persona che è perfettamente consapevole delle sue responsabilità, che ritiene di avere una morale ed un’etica e di averle sempre usate in tutto il suo percorso professionale, per questo sento che è doveroso scrivere queste righe. Sicuramente non cambierà di una virgola la smania di tutte le tigri da tastiera che non vedono l’ora che succeda qualcosa di ‘succulento e scandaloso’ per mettersi a pontificare sui forum per sentirsi qualcuno, anzi mi fa piacere che questa cosa abbia dato un senso al loro sabato che diversamente sarebbe stato noioso e tedioso (oggi invece di fantomatici scoppi e server truccati hanno un bellissimo scoop sul quale sfogare tutta la loro ira repressa), ma se là fuori invece c’è qualcuno che leggendo questo capirà che al mondo esistono tanti diversi punti di vista, non per forza del tutto giusti o sbagliati e capirà intelligentemente anche il mio punto di vista e il perché ritengo che quello che sta succedendo è profondamente ingiusto, allora sarà valsa la pena di aver perso questa oretta su Facebook.
Veniamo prima di tutto alla situazione di Erion. A titolo del tutto personale penso che in tutta questa storia abbia fatto una serie di scelte profondamente sbagliate, e cercherò di spiegare il perché. E’ assolutamente vero che ci sono stati una serie di errori e di situazioni spiacevoli che hanno portato prima ad ipotizzare una collaborazione e poi a dover ritrattare su tutta una serie di punti, nelle grandi aziende ci sono tante persone, non sempre le procedure funzionano e purtroppo si fanno gli errori. Mi sono personalmente scusata con Erion, ed abbiamo cercato di formulargli una proposta che conteneva tutto quello ipotizzato fin dall’inizio meno la parte legata alla partecipazione al format televisivo. Mi sento di aver fatto veramente il massimo per cercare di rimediare ad un errore, che come ripeto, può succedere, e nel contempo capisco anche la sua frustrazione e il disappunto.
Il mio intuito mi fa pensare che Erion abbia deciso forse sull’onda della rabbia del momento, forse su consiglio di qualcuno che gli avrà fatto pensare che tenere la linea dura con una grande azienda gli avrebbe fruttato molto di più (… ma ripeto sono solo opinioni personali) di passare all’attacco invece di trovare una soluzione di comune accordo che gli avrebbe permesso sicuramente di iniziare un percorso con PokerStars, percorso che credo sarebbe stato anche ricco di soddisfazioni poiché nutro una grande stima per lui e come persona e come giocatore. Ognuno fa le sue scelte e sarà il futuro a decidere se questa sua scelta è stata la migliore, oppure se si pentirà di aver perso un ottima occasione per immaturità o forse per aver ricevuto i consigli sbagliati, ai posteri l’ardua sentenza.
Veniamo adesso alla questione marito raccomandato, la solita Italia dei furbetti del quartierino, la meritocrazia e tutto ciò che adesso infuoca le dita e le tastiere di molti pokeristi. Capita di trovare un bel lavoro, capita di trovarci persone più o meno simpatiche, capita anche di trovarci persone che dapprima stimi sia sul lato professionale che sul lato personale, con cui stringi un rapporto di amicizia e di cui poi “malauguratamente” ti innamori. Ecco quello che è successo a me e Alberto. Questo poveretto, faceva tranquillamente il suo lavoro di commentatore, aveva già un discreto curriculum in ambito pokeristico come blogger, scrittore, giornalista ed era conosciuto come grandealba quando io ancora facevo la stagista alla Galbani, non sapevo la differenza tra poker e rubamazzetto e mai e poi mai avrei pensato che la mia carriera avrebbe preso questa piega. Ma soprattutto, lavorava con PokerStars da molto prima che arrivassi io.
Mi dispiace deludere tutti quelli che amano vedere storie torbide e inganni dietro ogni angolo, ma chiunque ci abbia mai lavorato, vi può confermare che PokerStars, a differenza di molte strutture private e pubbliche del nostro Bel Paese, è una azienda di stampo anglosassone che ha molto a cuore e prende molto sul serio il conflitto di interessi, ci sono delle policies ben precise a riguardo, e un rigoroso controllo di auditors, pertanto mi dispiace deludere tutti quelli che pensano che io ho il potere di fare il bello e il cattivo tempo in azienda, decidendo di assumere marito, fratelli, sorelle, cognati e amici vari, perché non è così, così come non ho alcun potere di spendere e spandere e decidere chi entra ed esce dal Team Pro di testa mia (mi capita di dover essere quella che da le notizie a seguito delle decisioni comuni prese internamente, il che non è sempre piacevole, soprattutto quando le notizie non sono belle, ed in alcuni casi mi sono trovata anche a versare qualche lacrima, non dico questo per impietosire nessuno, ma è così) . Mi vanto anche di pensare che anche se lo potessi fare applicherei quella morale e integrità di cui parlavo sopra, ma come è giusto che sia l’azienda ha le sue efficaci misure di prevenzione.
Detto questo, dato che mi pare sia noto a tutti fuori e dentro PokerStars che io e Alberto siamo sposati e stiamo insieme (non mi sembra che abbiamo fatto le cose di nascosto), io non posso prendere decisioni che riguardano lui a livello aziendale, ma questo viene sempre fatto da altre persone proprio per evitare situazioni di conflitto di interessi.
Per quanto riguarda la Casa Degli Assi, mi preme sottolineare che Alberto era già parte del cast fin dal giorno 1, e non perché ho scelto di mettercelo io, (infatti era ai provini come giustamente dice Erion), dopo il problema che abbiamo avuto con Erion, è stato semplicemente deciso di accorpare due ruoli poiché non c’era più tempo di selezionare altri coach ed ecco che il “raccomandatone” si è trovato tra capo e collo un bel po’ di lavoro in più tra le altre cose non remunerato.
In tutta questa faccenda devo dire che l’unica persona per cui sono davvero dispiaciuta e per cui soffro immensamente è proprio Alberto, che ha sempre amato profondamente il mondo del poker, ci ha lavorato con passione e impegno e positività ed ora si trova ad essere insultato, sputtanato e vilipeso senza aver fatto assolutamente nulla. Spero che come sto facendo io in questo momento abbia la forza di capire che nella vita esiste chi deve trovare una giustificazione ai propri insuccessi e al proprio senso di vuoto spuntando veleno su tutto e su tutti, ed esiste invece chi non perde tempo a giudicare gli altri e si da da fare per far sì che la sua vita sia ricca di cose vere, emozioni e positività e guarda caso, ci riesce. Io e Alberto per fortuna rientriamo in quest’ultima categoria, su tutto il resto sorrido e vado avanti”.