La testata Italia Oggi conferma le notizie positive che abbiamo già dato ultimamente sullo spinoso caso dei poker player tassati per le vincite ottenute all’estero. Una sentenza di Teramo dà ragione ai giocatori, le tasse sono ingiuste.
La testata Italia Oggi conferma le notizie positive che abbiamo già dato ultimamente sullo spinoso caso dei poker player tassati per le vincite ottenute all’estero. Una sentenza di Teramo dà ragione ai giocatori, le tasse sono ingiuste.
La testata Italia Oggi conferma le notizie positive che abbiamo già dato ultimamente sullo spinoso caso dei poker player tassati per le vincite ottenute all’estero. Una sentenza di Teramo dà ragione ai giocatori, le tasse sono ingiuste.
Ultimamente diversi giocatori ed avvocati si stanno battendo a nome di tutto il movimento pokeristico azzurro per combattere contro le ingiuste richieste del fisco italiano. La settimana scorsa qui su PIW vi avevamo già dato notizia di una sentenza positiva da Teramo. La testata giornalistica Italia Oggi conferma la sentenza di questa commissione provinciale, che per fortuna non è l’unica in favore dei giocatori. Il pezzo di Italia Oggi inizia così: “Niente tasse sulle vincite ottenute dai poker pro italiani nei tornei disputati oltre confine.
La tassazione di questi proventi è contraria alle norme comunitarie che tutelano la libera prestazione dei servizi all’interno del territorio europeo. Lo afferma la Ctp di Teramo, nella sentenza n° 131/01/14 dell’11 aprile. La querelle riguarda solamente le somme vinte oltre confine, poiché le vincite ottenute nei casinò italiani sono soggette ad un prelievo fiscale diretto, essendo la ritenuta in questione assorbita dall’Isi (imposta sugli spettacoli e intrattenimenti) versata dalla casa da gioco (art. 30, dpr 600/73).”
L’articolo poi prosegue: “Secondo l’Agenzia, le vincite da gioco rientrano tra i ‘redditi diversi’ e come tali devono essere dichiarate al fisco e sottoposte a tassazione; eccettuando, come detto, le vincite italiane, che sono escluse dalla tassazione diretta. Una tale interpretazione ed applicazione dell’articolo 67 <<concretizza una violazione dei principi di uguaglianza e non discriminazione dei cittadini comunitari>>, afferma la Ctp.
A tal proposito, richiama una sentenza della Corte di Giustizia Europea resa nella causa C-42/02 (caso ‘Lindman’), <<che fotografa una fattispecie del tutto identica a quella in esame (…) e in tale sentenza la Cge ha affermato il principio in base al quale l’articolo 56 del Tfue si oppone alla normativa di uno Stato membro secondo la quale le vincite provenienti dai giochi d’azzardo organizzati in altri Stati membri sono considerate con un reddito assoggettabile ad imposta sul reddito, mentre le stesse vincite provenienti da giochi organizzati nello Stato membro di cui trattasi non sono sottoposte a prelievo>>.”
Ecco la conclusione: “Dunque, poiché le vincite ottenutenei casinò italiani non vengono assoggettate ad un prelievo fiscale diretto, sottoporre ad imposizione diretta le vincite ottenute nei casinò esteri (sempre nei confini Ue) rappresenterebbe una discriminazione della casa da gioco estera rispetto a quella interna: il giocatore tenderebbe sempre a preferire la casa da gioco italiana rispetto alla casa da gioco situata oltre confine.”