Carlo Savinelli: “Un giovane grinder deve guadagnare almeno 50mila euro l’anno”

Se un giovane trai 20 e i 30 anni volesse giocare a poker per professione, quanti soldi dovrebbe riuscire a fare in un anno per rendere la scelta conveniente? Carlo Savinelli fa la sua analisi in cinque punti e sentenzia: 50mila euro annui.

Se un giovane trai 20 e i 30 anni volesse giocare a poker per professione, quanti soldi dovrebbe riuscire a fare in un anno per rendere la scelta conveniente? Carlo Savinelli fa la sua analisi in cinque punti e sentenzia: 50mila euro annui.

 

Non è facile rispondere a una domanda del genere: quanti soldi bisogna riuscire fare con il poker per dedicarsi a tempo pieno al gioco? Carlo Savinelli sicuramente non è il primo che prova a dare una risposta… Il vincitore dell’IPO di maggio, con un post su Facebook prova ad esprimere la sua opinione attraverso cinque punti. Come al solito, quando la discussione è importante, sono intervenuti altri illustri colleghi con i loro contributi. Ecco prima di tutto il post originale di Carlo: “Giocare a poker facendo meno di 50k anno in una fascia d’eta’ dai 20/30 anni e’ -EV.

 

1) La fascia d’età. Il decennio che va dai 20 ai 30 anni e’ fondamentale per la formazione accademica/lavorativa. Cominciare una universita’ a 30+ anni significa affacciarsi al mondo del lavoro a 35+anni con tutte le problematiche del caso. Stessa cosa per dei corsi “formazione/lavoro” con l’aggravante che oggi cercano tutti GIOVANI CON ESPERIENZA PLURIENNALE. 2) La durata e quindi l’incertezza. Nessuno di noi puo’ stimare con precisione quanto durerà. Non è facile per nessuno fare un lavoro sapendo che magari tra 1/2/5 anni potrebbe finire. Certo puoi giocare .com trasferendoti all’estero allungando la cosa,ma il numero di persone che si sono spostate almeno nelle mie amicizie sono poche, molti non sono disposti ad emigrare rimanendo nel mezzo del problema. 3) Pensione. Fare 50k anno significa farne molti meno se si calcola che non hai malattia giustificata e contributi. 4) Mera statistica. La parabola del poker e’ discendente per molti fattori, due su tutti: il livello si sta alzando e i fish stanno diminuendo, quindi è più probabile che tu faccia meno dell’anno scorso. 5) Futura imprenditoria e ritorno alla realtà. Ci sta che tu diventi il nuovo Steve Jobs o che tu abbia un’attività di successo, ma ti assicuro che non è cosi facile, come non è cosi facile tornare alla realtà dopo 5 anni del genere. Il poker è un lavoro dove essere nel mezzo per un po’ di tempo puo’ essere piu’ problematico che brokare dopo 1 anno e tornare a fare quello che si faceva prima”.

 

Questa è una della prime risposte, quella di Geo Maresca: “Triste ed amara realtà purtroppo anche se l’incertezza regna sovrana per la maggior parte dei lavori, con la differenza pero è vero che il background che ti crei giocando a poker per lavoro non è molto valorizzato dalla societa. Quello che spaventa di piu me è infatti il ritorno alla realtà, dopo essersi viziati per anni con i guadagni, gli orari e la nostra indipendenza. Giocare a poker è un lavoro duro ma guadagnare dei soldi onestamente fuori dal mondo del poker secondo me lo è ancora di piu… E si rischiano delle grosse crisi se nn si è preparati. Bisognerebbe vincere 1 mln all’anno alla Musta e il discorso cambierebbe eheheh“.

 

Rocco Palumbo

Un po’ critico è Rocco Palumbo: “Sempre il solito discorso, fatto miliardi di volte con Vis, alla fine conta solo che altre opzioni hai nella vita/stabilità familiare etc.. alla fine non vedo perchè uno non possa fare il rakeback pro per 30 anni a 30k/annuo. Il giochino finirà sicuro ma non ai micro o similia ma non a quegli stakes, e fare 30k annui è veramente stress free e zero fatica“. Daniele Mazzia invece concorda: “Assolutamente d’accordo. Facciamo una piccola distinzione però. Per Chi ha messo da parte e investito bene direi che 50 k sono ok perché ha un paracadute aggiuntivo e soldi in più che arrivano dagli investimenti. Per chi parte da zero direi dai 70 k in su si potrebbe essere contenti e valutare di continuare con il poker e di abbandonare una carriera alternativa. Ma la domanda vera è: quanti players fanno queste cifre oggi?

 

Cristian Petrullo scrive: “Credo sinceramente che non si possa generalizzare. C’è chi è passato da un lavoro pesante retribuito male e subito dopo si è trovato grazie al poker con XXX soldi in banca, mentre c’è chi ha cominciato grazie ad amici o soldi di mamma e papà che del vero lavoro non ha la minima idea e quindi di conseguenza conosce poco il valore dei soldi. Magari mi sbaglio ma nelle mie amicizie chi lavorava prima e si spaccava il culo per 1.5k mese è capace di gestire i soldi mentre chi ha vissuto nella bambagia è già andato schienato più volte. Penso che se dovessimo fare una statistica su questo argomento troverei molte persone che la pensano come me! La gestione dei soldi è sicuramente una cosa soggettiva ma conosco più persone rotte con il secondo esempio“.

 

Sergio Castelluccio infine parla di università: “Io penso questo: se sei figlio di farmacisti e stai studiando farmacia non ti conviene lasciare tutto per il poker. Se sei nato in un paese prosperoso e sai che appena ti laurei cominci a lavorare allora non ti conviene lasciare tutto per il poker. Se studi lettere e filosofia in Italia e cominci a vincere cifre interessanti a poker ti consiglierei di continuare a giocare e magari ci metterai 10 anni o più per laurearti, chi se ne frega. Se stai studiando lettere e filosofia perchè i tuoi volevano per forza che ti prendessi una laurea allora il poker è l’occasione giusta per mandare tutto a fare in c…

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