Ben 107 persone finiranno sotto processo, nel salernitano, per aver organizzato e partecipato ad un evento live di poker texas hold’em. Il procedimento che doveva iniziare in questi giorni è stato rinviato, per alcune anomalie, nel mese di giugno.
“Il Poker Texas Hold’em non è affatto un gioco d’azzardo, perché praticato nell’ambito di tornei sportivi, organizzati e gestiti da società affiliate al Coni. Si partecipa versando una singola quota di iscrizione identica per tutti i partecipanti, con conseguente impossibilità di utilizzare il proprio danaro per le puntate. Inoltre questo tipo di gioco non rientra nella tabella di quelli proibiti consegnata dal Comune».
Sono queste le parole con cui l’avvocato Leonardo Gallo si prepara a difendere i suoi assistiti, tutti responsabili di gioco d’azzardo o “in alternativa di partecipazione a un gioco non d’azzardo ma tuttavia vietato dall’autorità“.
I 107 accusati vennero citati in giudizio, dal sostituto procuratore Francesca Fittipaldi, dopo l’irruzione della polizia, nel gennaio 2013, in un club di poker live dove si stava giocando un torneo di texas hold’em.
Gli iscritti al procedimento sono il gestore della sala giochi, dove si teneva il torneo, il presidente dell’associazione che lo aveva organizzato ed i 105 clienti sorpresi ai tavoli o in attesa di iniziare la partita. Il blitz, si legge su Jamma, fu originato dalla denuncia dei titolari di un’altra sala giochi, che informarono le forze dell’ordine del fatto che era stata organizzata una serata di poker live, con l’uso delle carte da gioco.
Il torneo di Texas Hold’em era stato ampiamente pubblicizzato da locandine e da una pagina Facebok, tramite la quale era possibile compilare il modulo per l’iscrizione. Quando i poliziotti fecero irruzione nel locale sequestrarono carte, fiches e anche le quote di iscrizione: trenta euro a giocatore, per un totale di poco più di tremila euro.