Poker e fisco, Carlo Braccini: “Il rispetto delle leggi deve essere uguale per tutti!”
Sembrava tutto finito, con la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, ed invece continuano ad esserci problemi per i players coinvolti nell’operazione ‘All in’. Le varie commissioni tardano infatti a prendere in esame quanto stabilito ad ottobre.
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Sembrava tutto finito, con la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea, ed invece continuano ad esserci problemi per i players coinvolti nell’operazione ‘All in’. Le varie commissioni tardano infatti a prendere in esame quanto stabilito ad ottobre.
Non c’è pace per i poker players italiani e soprattutto per un Carlo ‘Gubbio’ Braccini che stamani ha giustamente sbottato su Facebook: “La sentenza della corte di giustizia europea (22 ottobre 2014) può deligittimare l’operazione all in??? No perchè qui sembra che a qualcuno in Italia non freghi più di tanto… il rispetto delle leggi deve essere uguale per tutti, soprattutto per chi deve decidere della vita di alre persone“.
Parole che evidenziano il nervosismo di un uomo che pensava di aver risolto il suo contenzionso con le fiamme gialle grazie alla pubblicazione della sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea e che purtroppo si ritrova ad offrontare l’inadeguatezza e la lentenza della giustizia italiana: “A pelle? Sconvolto! Diciamo che forse adesso leggeranno qualcosa. Sentenza della Corte di giustizia europea? che cosa è? Come sentirsi sempre di meno italiani… aspettiamo“.
Ancora ritardi quindi per la chiusura del caso ‘Braccini’ con il pro di Gubbio che attende sempre una pronuncia definitiva relativa agli avvisi di accertamento ricevuti per le vincite conseguite all’estero nel biennio 2008-2009.
Questo perchè, come confermano i legali e fiscalisti che seguono la vicenda, la commissione tributaria non ha ancora preso in esame quanto stabilito in merito lo scorso ottobre.
Del resto la Cge, come si legge su Agimeg, ha già bocciato l’Italia sull’assoggettamento ad obblighi dichiarativi ed impositivi a fini fiscali delle vincite conseguite presso case da gioco di Paesi membri dell’Unione Europea, da persone residenti in Italia. Ma la questione “evidentemente deve ancora essere assimilata in Italia“, come ha ribadito Sebastiano Cristaldi, fiscalista che che dopo aver portato fino alla Cge il caso Blanco-Fabretti sta seguendo i singoli player.