Niccolo’ Caramatti: “Il calo del movimento ha dato un taglio, probabilmente eccessivo, ai team live di poker”

Oggi esce la prima parte di una lunga intervista che il portacolori di Sisal poker, Niccolo’ Caramatti ci ha concesso in esclusiva. Oggi si parla di poker live, della scomparsa di molti team pro, dell’Ept a Malta e dei tornei nazionali su piu’ giorni e del ritorno a buy-in economici.

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Oggi esce la prima parte di una lunga intervista che il portacolori di Sisal poker, Niccolo’ Caramatti ci ha concesso in esclusiva. Oggi si parla di poker live, della scomparsa di molti team pro, dell’Ept a Malta e dei tornei nazionali su piu’ giorni e del ritorno a buy-in economici.

 

PIW: Ciao Niccolo’ grazie per aver accettato il mio invito e benvenuto in PIW.

Niccolo‘: Grazie a te e un saluto a tutti i lettori di PokerItaliaWeb.

 

PIW: Cosa ne pensi della fine delle sponsorizzazioni in Italia e la chiusura di molti team live di poker?

 

Niccolo‘: Come tutti gli eccessi le parabole sono molto brevi. Si sono letteralmente gettati soldi al vento per pagare persone che non avrebbero mai restituito, in termine di immagine, neanche una frazione dello speso. C’era la corsa a patchare le persone e ad essere patchati, però in realtà quelli con un seguito si contavano (e si contano) sulle dita di una mano. Inoltre quasi tutti i budget per i team sono stati spesi per far partecipare i giocatori ai tornei live e poco per la pubblicità. Morale: Il calo del movimento ha dato un taglio, probabilmente eccessivo, ai team pro. Di questo ne ha risentito di riflesso il mondo del live, che è nettamente calato. Penso che il mea culpa lo debbano fare un po’ tutti, chi ha gestito male il denaro a disposizione e chi non ha fatto nulla per valorizzare la propria immagine.

 

PIW: Tu sei uno dei testimonial di Sisal Poker, che sembra al momento uno dei pochi marchi italiani ad aver deciso di investire in un team live anche per il 2015. Come mai questa scelta che sembra controcorrente rispetto alle altre poker room?

 

Niccolo’: Sisal Poker ha sempre creduto nel valore di un team di persone che rappresenti il marchio, in particolare ha sempre mantenuto una forte continuità dei testimonial. Anche per il 2015 ha deciso quindi di dedicare una parte del budget al team pro. Le iniziative saranno per lo più rivolte all’online, questo però è un messaggio di un’azienda che crede in quello in cui ha investito e che adeguarsi ai cambiamenti di mercato non significa distruggere ciò che si è fatto nei precedenti 5 anni.

 

Niccolo' Caramatti al tavolo da giocoPIW: Cosa ne pensi del “trasferimento” della tappa italiana dell’EPT dall’Italia a Malta e piu in generale della situazione del poker live italiano?

 

Niccolo’: il trasferimento dell‘Ept penso sia dovuto a una combinazione di fattori: nuova location, interesi turistici, interessi diretti di PS che ha base a Malta per molte operations, scarso successo delle ultime edizioni di Sanremo, cambio di data (non più legato al Grand Final), ma soprattutto pessima gestione da parte di Sanremo di tutto il mondo poker. Alla fine chi organizza EPT lo fa per due motivi: impatto commerciale e profitto, venendo a mancare uno o addirittura due di questi obiettivi è ovvio che la location venga cambiata. C’è da dire però che già da qualche anno l’EPT di Sanremo era ben poco Italiano, il 75% del field veniva dall’estero. Non era più la vetrina del poker nostrano. Quindi in sé non è che cambi più di tanto le dinamiche dei live in Italia.

Quello che invece sta accadendo nel mondo live è un’interessante mutazione: il poker sta tornando ad essere un “gioco”, i buy in sono contenuti (anche i montepremi, IPO a parte) e il successo di molti circuiti che vantano centinaia di partecipanti è aver raccolto questo bisogno. Basta tornei da buy-in per pochi, torniamo a giocare a poker spendendo poche centinaia di €. C’è ancora una pecca però: la durata dei tornei. Da tanto scrivo che bisognerebbe limitare a due/tre giorrni tornei il cui primo premio non supera i 100k€, come era un tempo. Questo non deve distruggere le strutture, semplicemente basterebbe iniziare puntuali il prima possibile (alle 12 o alle 14) limitare le pause cene a 45 minuti e al terzo giorno si ha il vincitore. o ricordo che feci final nel 2009 a IPT che vinse Candio, fu il primo evento televisivo in Italia e durò 3 giorni. Stiamo parlando di un torneo il cui primo premio era vicino ai 200k. Figuriamoci quando un live ora ha 20k al primo. Concludendo: i live in Italia è più vivo che mai, c’è voglia di giocare, servirebbe una legge ad hoc che ahimè difficilmente vedremo. Però ben vengano tornei da basso buy in e se non abbiamo più l’EPT a Sanremo…ce ne faremo una ragione!

 

Continua domani con la seconda parte dell’intervista a Niccolo’ Caramatti

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