Il fuoco è stata appiccato da un detenuto di origine romena e semplicemente perché aveva perso una partita di poker giocata contro i compagni di reclusione all’interno del penitenziario di Biella, che a quanto pare non è nuovo ad episodio legati al gioco d’azzardo.
Secondo la stampa locale, da gennaio 2016, sarebbero 10 le denunce per gioco d’azzardo provenienti dal carcere di Biella e l’ultima segnalazione degli agenti penitenziari è proprio quella riguardante il folle gesto del detenuto romeno. Secondo quanto raccontato alla stampa locale, l’uomo dopo aver perso una partita di poker avrebbe incendiato alcuni oggetti personali e beni dell’amministrazione che si trovavano all’interno della sua cella.
Il folle gesto è legato ai debiti che l’uomo avrebbe contratto verso altri reclusi del carcere. Un gesto che poteva trasformarsi in tragedia, dove lo stesso romeno poteva rimetterci la pelle, dato che era all’interno della cella quando ha appiccato il fuoco. Non è da escludersi quindi la pista del suicidio. Per fortuna gli agenti sono intervenuti in tempo, salvando l’uomo e spegnendo le fiamme prima che la situazione sfuggisse al controllo.
Ma il vero problema riguarda sopratutto il fatto che il carcere negli ultimi mesi si è trasformato in una vera e propria bisca clandestina, dove le eventuali vincite vengono pagate in sigarette, alimenti e altri beni di consumo. Alcuni debiti di gioco sono stati pagati anche dopo la scarcerazione con vaglia di pagamento, essendo la circolazione di denaro vietata all’interno del carcere.
Da inizio anno dieci sono stati i reclusi denunciati per gioco d’azzardo, un giro di scommettitori scoperto, come riporta Repubblica.it, “durante il pagamento di uno dei “debiti“ di gioco: un detenuto in isolamento per ragioni disciplinari aveva cercato di far avere comunque la stecca di sigarette (che valeva più di 50 euro) ai due vincitori, con l’aiuto di chi distribuiva i pasti. Il passaggio è stato bloccato dalla penitenziaria che non ha ricevuto spiegazioni su questo tentativo e ha iniziato un lavoro di monitoraggio per capirne i motivi”.
Così si è arrivati alla scoperta che vari detenuti si dividevano in gruppi di gioco e organizzavano diversi tavoli da poker e altri giochi. Chi perdeva pagava con sigarette, parti del vitto, pacchi provenienti dall’esterno, e anche soldi. Come il vaglia di pagamento fatto arrivare a novembre in carcere da un detenuto appena scarcerato verso un altro recluso, proprio per una mano di poker persa durante la sua permanenza nel carcere di Biella.
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