Dopo aver intervistato il padre Massimo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere anche con Stefano Mosele, che quest’anno è volato per la prima volta alle WSOP di Las Vegas.
Dopo aver intervistato il padre Massimo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere anche con Stefano Mosele, che quest’anno è volato per la prima volta alle WSOP di Las Vegas.
Dopo aver intervistato il padre Massimo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere anche con Stefano Mosele, che quest’anno è volato per la prima volta alle WSOP di Las Vegas.
Suo padre Max lo conosciamo tutti, Stefano Mosele invece meno, ma anche lui come suo padre possiede una grande passione per il texas hold’em. E per chi ama questo gioco, volare un giorno a Las Vegas per giocare le WSOP è un sogno, che Stefano quest’anno ha realizzato.
Ciao Stefano, quest’anno sei volato con tuo padre per la prima volta alle Wsop, quali impressioni hai avuto di Las Vegas e delle Series in generale?
E’ stata un’esperienza entusiasmante, andare a Las Vegas è gia di per se una fortuna, starci 40 giorni mi ha permesso di visitare molte cose della citta del peccato.
Alla fine quanti tornei hai giocato, non solo Wsop, e cosa hai imparato ai tavoli di Las Vegas?
Onestamente io a Las Vegas son andato più per vacanza e già dalla partenza avevamo preventivato con mio padre che io giocassi solo cash game. Tra alti e bassi alle fine, nonostante il field abbastanza facile, ho chiuso poco sopra, anche a causa di una run non troppo favorevole. Sono abituato a giocare cash online 8/10 tavoli ed ho tastato per la prima volta quanto il gioco live sia lentissimo (e quindi più dipendente dalle carte) rispetto a quello online. Ogni mano che si gioca live ne giochi 30/40 online ed è quindi molto più noioso. Quello che è importante per il cash live è la table selection. A volte trovavi gente che davvero faceva errori gravissimi.
E da tuo padre cosa hai imparato in questi anni, vedendolo giocare? E secondo te quali sono i pregi e i difetti di Massimo papà e invece quali sono quelli di Massimo il giocatore
Beh mio padre lo guardo da quando lui iniziò. Lui ha un mindset di ferro, sembra un robot, parlo in gioco. Non fa errori anche quando è arrabbiatissimo; ma tante volte sento anche lui imprecare e li mi accorgo che è umano (ride -ndr). Come papà… abbiamo come tutti i padri e figli dei momenti di incomprensione, e litighiamo; altre volte ridiamo come i pazzi insieme e passiamo dei momenti belli. Io a differenza sua prendo le cose con un po’ più di tranquillità e cerco di stressarmi meno; lui è uno che ci mette anima in tutte le cose che fa, ma appunto si stressa di più per raggiungere gli obiettivi. Probabilmente io sono meno allenato di lui allo stress e lo sopporto meno. Sto lavorando su quello perché mi rendo conto che alla base del successo c’è la determinazione, il sacrificio ed il self-control, tutte cose che, per forze di cosa, ti danno ansia e nervosismo.
Ora ti voglio chiedere, oggi il poker nella vita si Stefano che spazio occupa e in futuro, magari prossimo, vorrai intraprendere la stessa carriera di tuo padre, vuoi diventare un poker pro, oppure per te resterà sempre un piacevole passatempo e vorrai realizzare magari altri sogni?
Il poker non lo vedo per il futuro perchè temo sia destinato ad un ulteriore declino. Mi serve per guadagnare qualcosa (gioco principalmente cash e qualche torneo durante i fine settimana). Quindi resterà un passatempo per arrotondare anche se per ora è più un lavoro. Ho in testa alcuni progetti indipendenti dal poker ma per i quali servirà la determinazione e la concentrazione che servono per il texas hold’em. Quindi diciamo che questo che sto facendo ora è una sorta di allenamento.
Ora il prossimo viaggio pokeristo con tuo padre sarà? e il tuo prossimo viaggio pokerisitico da solo sarà?
Non ho in preventivo a breve di far trasferte di viaggio per il poker, a Barcellona non ci sarò. Vedremo poi, decidiamo passo a passo.
Ti lascio chiedentodoti di dirmi chi sono i tuoi giocatori preferiti, escludendo Max ovviamente, e chi per te oggi è il giocatore italiano più forte o colui che più ti ha impressionato.
Penso che a questo gioco non ci sia un giocatore in assoluto più forte. Quelli che ritengo più bravi sono quelli che dedicano tante ore all’online e hanno grafici costanti nel tempo di guadagno; c’è ne sono tanti e per non dar fastidio a chi magari dimentico preferisco non far nomi.
Grazie e un saluto a te e a Massimo.
Un saluto a tutti gli amici di PokerItaliaWeb e grazie per l’intervista.