Abbiamo contatto Carlo Braccini, un veterano del poker, e con lui abbiamo affrontato diversi argomenti interessanti, come gli scarsi risultati ottenuti di recente dai nostri azzurri a Las Vegas.
Abbiamo contatto Carlo Braccini, un veterano del poker, e con lui abbiamo affrontato diversi argomenti interessanti, come gli scarsi risultati ottenuti di recente dai nostri azzurri a Las Vegas.
Abbiamo contatto Carlo Braccini, un veterano del poker, e con lui abbiamo affrontato diversi argomenti interessanti, come gli scarsi risultati ottenuti di recente dai nostri azzurri a Las Vegas.
Ciao Carlo e grazie per averci concesso quest’intervista, e grazie sopratutto per il tuo tempo. Niente, sei stato fra i primi ad entrare di prepotenza nel mondo del Texas hold’em. Giochi da sempre, da più di dieci anni a Texas, allora ti chiedo cosa i giovani d’oggi dovrebbero imparare da voi della vecchia guardia e cosa hanno loro da insegnare a voi?
Come dici tu, gioco da sempre, e, anche se in maniera diversa continuo a giocare. Più che un discorso di vecchia guardia e giovani, io direi di nuovi giocatori e vecchi giocatori, visto che ormai i circoli privati (S)formano nuovi giocatori da mandare allo sbaraglio nei vari circuiti live principali che sono quelli che hanno rovinato, e che stanno rovinando, il bene amato giochino. Mi spiego, mentre il giovane dell’online, bene o male ha per forza di cose una formazione di base e ragiona in modo sensato e razionale, con il quale è sempre piacevole confrontarsi, ormai nei circuiti live imperversa il giocatore di circolo che non ha formazione e mentalita’ pokeristica, allo sbaraglio puro, in quanto ormai l’offerta live principale è fatta di tornei da numeri impressionanti, low buy-in, dove per arrivare ad un tavolo finale hai lo 0,5% di probabilita’ giocando contro avversari che sono al 95% degli occasionali che ti costringono a giocarti il torneo ad ogni mano.
Sono passati ormai anni dallo sbarco in Italia del poker, eppure pare che passi in avanti non ne siano stati fatti. Mi riferisco a livelli di rusultati. Se non ci fosse il solito Pescatori o le rare eccezioni come Kanit, ci sono sempre i soliti isolati exploit. Quest’anno le Wsop ad esempio non sono andate benissimo. Come mai, secondo te, abbiamo sempre più giovani giocatori che si avvicinano al gioco, grazie sopratutto all’online, ma di risultati importanti non ne arrivano mai, o quantomeno arrivano con il contagocce?
Si gioca da tanto, passi avanti non ne sono stati fatti?… pura verità, come ci dimostrano le WSOP appena passate, a parte i soliti risultati random-fisiologici-occasionali dettati dalla massiccia presenza dei nostri connazionali, o dal mitico Pescatori, la vera “falla” è la radicata dedizione a giocare una sola specialita’, ovvero il texas hold’em. Le WSOP sono le olimpiadi del poker, e non si puo’ partecipare solo ad una specialita’, quindi scinderei bene due categorie, il “giocatore di poker” ed il “giocatore di texas hold’em”… Io prediligo la prima categoria.
Carlo Braccini non ha smesso di giocare a poker, però prelazione assoluta per le varianti (mi divertono di piu’ ed ancora si ha qualche vantaggio) e per le location. Se verifichiamo hendon mob i miei ultimi 13 risultati parlano di una bandireina texas e 12 di varianti, che spaziano da plo..plo h/lo…razz…horse..seven card..etc e che solo uno di questi (texas) è stato giocato in Italia. Dedico tanto tempo al mio Fabietto che non disdegna la presenza in Slovenia tra Ivan e la “sua” piscina al Perla. Frequento qualche circolo privato dove tentano ogni tanto di proporre un torneino di varianti. Collaboro con l’amico Ale Pastura per una rubrica dedicata a me “enopoker” dove si parla di location, vino e cucina!! Odio a morte quelle organizzazioni che stanno uccidendo il nostro gioco con offerte monotematiche (solo texas) e che si avvalgono della collaborazione “vincolante” di miriade di circoli privati, ricordando loro (ai circoli) che tutt’ora, non essendoci una vera normativa a tal proposito, vivono e lavorano in puro stato di semilegalita’ o semiillegalita’.
Infine, Carlo ha dei rimpianti o rimorsi nella sua lunga carriera da giocatore? E Carlo domani cosa farà?
La mia carriera?… nessun rimpianto, ci mancherebbe. In futuro mi piacerebbe tanto insegnare a giocare le varianti, che saranno il futuro di questo gioco, far capire agli organizzatori che non sempre è profittevole mangiarsi tutta la torta… qualche volta va lasciata nel congelatore e farne una piu’ piccola, fresca…
Grazie ancora Carlo per il tuo tempo e un saluto da tutti noi di PIW.
Un saluto a voi PIWelli.