PIW intervista Luca Moschitta: “Si è investito troppo e in modo sbagliato… e prima o poi le bolle scoppiano!”

Abbiamo parlato di liquidità condivisa con il talentuoso poker pro Luca Moschitta. Il siciliano non solo si è detto favorevole alla liquidità condivisa ma spera che arrivi anche al più presto per salvare un mercato in profondissima crisi.

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Abbiamo parlato di liquidità condivisa con il talentuoso poker pro Luca Moschitta. Il siciliano non solo si è detto favorevole alla liquidità condivisa ma spera che arrivi anche al più presto per salvare un mercato in profondissima crisi.

 

Ciao Luca, è un piacere averti nuovamente con noi. In queste ultime settimane si è parlato con insistenza di liquidità condivisa nel poker online. Secondo te è possibile che si arrivi presto ad un accordo per una regolamentazione comune tra più paesi?

Ciao Giuseppe, il piacere è tutto mio. Direi di si, il mercato italiano è senza alcun dubbio maturo per questa naturale evoluzione. La vecchia e la nuova dirigenza dell’AAMS, così come i tanti operatori del mercato, si sono spesi molto per un progetto di liquidità condivisa e sono sicuro che non passerà molto tempo ancora prima che venga attuato.

Al di là dei vari problemi fiscali, pensi che questa sia la soluzione giusta per rilanciare il mercato italiano?

Assolutamente… il mercato italiano rivivrebbe finalmente una seconda fase di espansione. La liquidità allargata con i suoi benefici permetterebbe di organizzare un’esperienza di gioco più piacevole per tutti i giocatori e le aziende dell’industria, specialmente quelle più grandi, ricomincerebbero a investire di nuovo in marketing con la consapevolezza di aver quote di mercato più ampie su sui poter puntare.

Il livello dei nostri player inoltre non è più quello di 5 anni fa, siamo decisamente molto più forti. Sono sicuro che i giocatori italiani, a cospetto dei rivali francesi, spagnoli e portoghesi, sarebbero i più vincenti così come in un field ‘.com’ si saprebbero difendere, fatte le ovvie eccezioni.

Purtroppo negli ultimi due anni la crisi del poker online è diventata sempre più pesante, come mai si è arrivati ad un punto così basso?

Si è investito troppo e in modo sbagliato e prima o poi le bolle sono sempre destinate a scoppiare. Il poker nonostante tutto resta un buon business ed è un gioco ed un fenomeno che ha una storia troppo importante. Ci sono aziende come 888, Unibet, Winamax e anche Partypoker che lavorando bene e investendo in modo oculato crescono nonostante la crisi dell’industria. Con una buona strategia e con le competenze giuste il poker online è ancora un ottimo business.
Luca durante le WSOP del 2015 Se non dovesse arrivare la liquidità condivisa quale sarà, secondo te, il futuro dell’online?

Se l’industria e i regolatori non invertiranno la frammentazione dei mercati iniziata nel 2011 prevedo che molte aziende chiuderanno, diverse persone perderanno il lavoro, molti Stati vedranno diminuire di molto il gettito fiscale generato dal poker e il sogno guadagnare col poker online scomparirà quasi totalmente.

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