Raymond Bitar eviterà di passare un (bel) po' di tempo dietro le sbarre, rinunciando a circa 40 milioni di dollari di asset. L'ex CEO di Full Tilt Poker soffre anche di insufficienza cardiaca di quarta classe e rischia davvero grosso.
Raymond Bitar eviterà di passare un (bel) po' di tempo dietro le sbarre, rinunciando a circa 40 milioni di dollari di asset. L'ex CEO di Full Tilt Poker soffre anche di insufficienza cardiaca di quarta classe e rischia davvero grosso.
Raymond Bitar eviterà di passare un (bel) po' di tempo dietro le sbarre, rinunciando a circa 40 milioni di dollari di asset. L'ex CEO di Full Tilt Poker soffre anche di insufficienza cardiaca di quarta classe e rischia davvero grosso.
Sta per concludersi una delle pagine più nere della storia del poker online. Il caso Full Tilt Poker, scoppiato poco dopo l'esplosione dello scandalo del Black Friday, ha già travolto ex membri del consiglio direttivo della Red Room quali Howard Lederer e Chris Ferguson; ora tocca anche all'ex Chief Executive Officer, quel Raymond Bitar a lungo latitante e consegnatosi solo il luglio scorso.
Secondo la stampa americana, Wall Street Journal in testa, Bitar avrebbe finalmente raggiunto un accordo con i procuratori federali: dovrà rinunciare a un totale di circa 40 milioni di dollari, ma in cambio di tale cifra non finirà in prigione. Anche perché nelle sue attuali condizioni fisiche, un 'soggiorno' del genere potrebbe addirittura risultargli fatale.
Già, perché a Bitar è stata diagnosticata un'insufficienza cardiaca di quarta classe: secondo i medici, senza un trapianto di cuore o un cuore artificiale, l'ex guru di Full Tilt Poker potrebbe sopravvivere tra i 6 e i 12 mesi. Anche per questo motivo, i procuratori federali hanno deciso di non contestare il fatto che Bitar, al momento, non abbia passato neppure un giorno al fresco. Subito dopo essersi consegnato alla giustizia, infatti, Ray pagò una cauzione di 2,5 milioni di dollari per essere rilasciato.
Sempre i medici che lo hanno in cura hanno consigliato a Bitar di non viaggiare. Per questo motivo, il suo avvocato ha chiesto che al suo cliente venga permesso di effettuare la sua dichiarazione tramite collegamento video con la California, e che il giudice Loretta A. Preska emani la sentenza definitiva il giorno stesso. In realtà, il giudice non è legato all'accordo fatto da Bitar con i procuratori federali, tanto che tecnicamente il carcere non è un'ipotesi da escludere definitivamente, anche se altamente improbabile: in caso di condanna al carcere, Bitar sarebbe eliminato dalla lista d'attesa per il trapianto di cuore.