“Il poker online sta morendo”. Parola di Dan Cates

Il poker online internazionale sta vivendo un periodo di profonda crisi e a lanciare l’allarme c’è anche un grandissimo giocatore come Daniel ‘jungleman12’ Cates che mette sul banco degli imputati i giocatori ma soprattutto le poker room.

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Il poker online internazionale sta vivendo un periodo di profonda crisi e a lanciare l’allarme c’è anche un grandissimo giocatore come Daniel ‘jungleman12’ Cates che mette sul banco degli imputati i giocatori ma soprattutto le poker room.

 

 

Il poker online sta lentamente morendo secondo le parole di Daniel Cates, meglio noto con il nick di jungleman12 col quale ha vinto diversi milioni di dollari su Full Tilt Poker. “L’azione nel poker online continuerà a diminuire. Il mio winrate è diminuito del 25-30% dal Black Friday, proprio perché c’è molta meno azione. Non sto dicendo che il poker sparirà presto, ma penso che alla fine succederà“.

 

Queste le precise parole di Cates che profetizza una sparizione del gioco, anche se non in tempi brevi. Del resto nemmeno i neonati mercati del poker online statunitensi, in sole quattro nazioni per adesso, quali il Nevada, il New Jersey, il Delaware e l’Iowa, ha apportato tangibili benefici al movimento mondiale.

 

Daniel Cates sulla falsariga di Joe Hachem quindi, che qualche settimana fa ha lanciato il suo “j’accuse” verso i recenti Mike Sextoncampioni del mondo WSOP, quasi tutti provenienti dal poker online, che, secondo il suo punto di vista, stanno facendo davvero poco per favorire la divulgazione del gioco.

 

Pensiero al quale si è accodato anche una celebrità del poker live quale Mike Sexton che ha rimarcato il pensiero di Hachem dandogli ulteriore risalto. Ma la comunità del poker non è affatto moribonda e qualcosa per correre ai ripari si può ancora fare, secondo il pensiero di Daniel Cates.

 

I circuiti di poker live internazionali non sono particolarmente in crisi e pare che proprio su questi bisogna puntare per risalire la china. Senza dimenticare proprio il mercato del poker online USA, sperando che altri paesi seguano l’esempio dei quattro stati precursori e che si ritorni ai tempi in cui PokerStars e Full Tilt Poker raccoglievano una gran percentuale dei proprio giocatori proprio tra i players statunitensi.

 

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