Anche il mondo del poker si mobilita per fare qualcosa contro la diffusione del temuto virus Ebola. Le più importanti room internazionali, PokerStars e Full Tilt, promuovono una raccolta fondi per migliorare le condizioni igieniche in Africa.
Anche il mondo del poker si mobilita per fare qualcosa contro la diffusione del temuto virus Ebola. Le più importanti room internazionali, PokerStars e Full Tilt, promuovono una raccolta fondi per migliorare le condizioni igieniche in Africa.
Anche il mondo del poker si mobilita per fare qualcosa contro la diffusione del temuto virus Ebola. Le più importanti room internazionali, PokerStars e Full Tilt, promuovono una raccolta fondi per migliorare le condizioni igieniche in Africa.
In tutto il mondo il virus Ebola preoccupa e fa parlare. Siamo di fronte ad una delle malattie più devastanti di sempre per l’umanità ed è giusto che tutti conoscano i rischi del caso, senza però farsi prendere dal panico. Già qualche settimana fa vi avevamo parlato di un episodio che ha visto la fobia dell’Ebola entrare in un casinò americano. Stavolta invece i fatti di cronaca si mischiano con il poker online. Le room del gruppo Amaya infatti hanno deciso, da una settimana circa, di promuovere un’iniziativa a favore del miglioramento delle condizioni igieniche nell’Africa occidentale.
Sui blog di PokerStars e Full Tilt vengono chiariti i dettagli dell’iniziativa. Le nazioni dove si mira ad intervenire sono in particolare la Liberia e la Sierra Leone. Ognuno può fare una donazione, cedendo 1200 VPP oppure 20$ per la causa. È stato calcolato infatti che con questa cifra si può tutelare una famiglia africana per un mese dal contagio. In questo modo si possono ridurre i casi, che sono migliaia e migliaia.
Tra l’altro è proprio di questi giorni la notizia che riguarda la prossima Coppa d’Africa di calcio. Nel mese di gennaio era in programma questa importante manifestazione sportiva in Marocco. Il Paese però si è rifiutato di ospitare le partite, ad appena due mesi dalla data stabilita. Ora la sua nazionale è stata squalificata dalla competizione, che dovrebbe disputarsi comunque in una nuova location ancora da stabilire!
Si capisce dunque benissimo la gravità e la portata del problema. Negli USA e in Europa gli ospedali, gli aeroporti e molti altri luoghi continuano ad attrezzarsi per cercare di essere pronti al peggio. La gente si domanda quando finirà questa ondata di terrore e quali sono i rischi concreti. Nel frattempo si cerca di fare quello che si può…