È andata in onda ieri, giovedì 14 maggio, lo sciopero del poker online in Spagna. I giocatori iberici hanno protestato per le leggi troppo restrittive nei loro confronti, mentre nel vicino Portogallo è stata varata una legge diametralmente opposta.
È andata in onda ieri, giovedì 14 maggio, lo sciopero del poker online in Spagna. I giocatori iberici hanno protestato per le leggi troppo restrittive nei loro confronti, mentre nel vicino Portogallo è stata varata una legge diametralmente opposta.
È andata in onda ieri, giovedì 14 maggio, lo sciopero del poker online in Spagna. I giocatori iberici hanno protestato per le leggi troppo restrittive nei loro confronti, mentre nel vicino Portogallo è stata varata una legge diametralmente opposta.
Uno sciopero di 24 ore, andata in atto lo scorso 14 maggio, per protestare contro una legislazione del poker online troppo oppressiva e poco attenta alle esigenze dei giocatori spagnoli. Sciopero che è andato piuttosto bene visto che quasi tutti i tornei hanno fatto registrare degli overlay, con field in discesa di circa il 50% rispetto all’andamento normale dei giorni precedenti.
A scatenare il tutto è stata la proposta di legge sul poker online presentata in Portogallo, molto più rispondente alle richieste dei frequentatori abituali dei tavoli di virtuali delle poker room che, in Spagna come in Italia e Francia, pagano fior di soldoni per poter proporre la propria offerta all’interno di un mercato chiuso dai confini nazionali.
Subito è stato lanciato un hashtag per diffondere lo sciopero, #14MayoSinPokerOnline, che ha preso piede in poche ore. Tanti players spagnoli noti hanno appoggiato l’iniziativa, come Javier Martin che ha stimato in oltre 15mila giocatori i partecipanti all’astensione.
Movimento spagnolo che è in decisa crescita rispetto al resto delle nazioni continentali. E la recente vittoria di Adrian Mateos all’EPT Grand Final di Monte Carlo ne è un limpido esempio.
Vedremo ora se le autorità iberiche dimostreranno sensibilità nei confronti delle proteste dei giocatori di poker online del proprio paese, che pure apportano una quota non trascurabile di denaro allo stato, sotto forma di tassazione. Del resto, come dicono gli stessi giocatori spagnoli, se si fa in Portogallo si può fare anche in Spagna.