Il Governo vuole vietare la pubblicità dei giochi d’azzardo?

Siamo difronte all'ennesimo paradosso italiano: prima si studiano e successivamente si attuano leggi per regolamentare il mercato dei giochi online, poi gli stessi schieramenti politici chiedono che la pubblicità per i giochi d'azzardo venga vietata o ridimensionata.

Siamo difronte all'ennesimo paradosso italiano: prima si studiano e successivamente si attuano leggi per regolamentare il mercato dei giochi online, poi gli stessi schieramenti politici chiedono che la pubblicità per i giochi d'azzardo venga vietata o ridimensionata.


Nessuno mette in dubbio che quello italiano sia il paese dei paradossi e come spesso accade i politici non perdono l'occasione, come se ce ne fosse bisogno, di rafforzare queste teoria. La demagogia a cui siamo abituati, arriva ora a colpire il gioco d'azzardo, si perché da più fronti arriva la richiesta di vietare, dopo la regolamentazione voluta fortemente dal Governo, la pubblicità del gioco d'azzardo. Il motivo a cui si appellano alcuni politici e i loro rispettivi schieramenti è il medesimo: tutelare le fasce più deboli della popolazione. Quando si parla di vietare “qualcosa” lo spettro della demagogia, almeno in Italia, non così nascosto come qualcuno potrebbe pensare. Certo, alcuni politici voglio veramente “proteggere le tutelare le persone più in difficoltà”, altrettanti politici, però, seguono l'ondata di buonismo per accattivarsi il favore delle masse.

Dopo l'interpellanza dell'onorevole del PD, Elisabetta Rampi, arriva alla Presidenza della Camera dei Deputati la proposta di legge “Divieto di propaganda pubblicitaria del gioco d’azzardo, disciplina degli obblighi di informazione e disposizioni in materia di gioco d’azzardo patologico”. Andrea Riccardi, il ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione, afferma che l'obiettivo è quello di arrivare ad un divieto simile a quello imposto per le sigarette. Alle parole di Ricci, fanno eco quelle del senatore Raffaele Lauro, che afferma, in pratica, di essere in accordo con quanto dice il ministro.

Per il poker online, e per il gioco online in generale, la data del 18 luglio 2011 ha segnato una svolta in Italia, con l'introduzione di due giochi da sempre molto apprezzati dal pubblico di internet: il poker in modalità cash game e i casinò online. Da quella data la pubblicità ha invaso tutti i canali di comunicazione, come la televisioni, i giornali ecc ecc. Come dice qualcuno “la pubblicità è l'anima del commercio”, quindi perché i nostri politici ci vogliono tutelare solo ora, dal momento che la pubblicità dei giochi d'azzardo (lotto, gratta e vinci, ecc, ecc) esistono da sempre?

Nessuno dei politici citati parla esplicitamente di Poker OnLine o di Casinò OnLine ma, essendo questi gli ultimi veri giochi d'azzardo (per il poker il discorso dovrebbe essere leggermente diverso) introdotti in Italia, il riferimento sembra abbastanza palese. Detto questo, è quindi molto semplice per i politici nostrani trovare nei casinò e nel poker online il capro espiatorio di tutti i mali legati alle varie forme di ludopatie.

 

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